La vendita di un immobile è un’operazione delicata che richiede molta attenzione e trasparenza da parte del venditore. Infatti, l’acquirente deve essere informato su ogni aspetto del bene che sta acquistando, tra cui la sua provenienza. Nella sentenza n. 32694 del 12 dicembre 2019, la Corte di cassazione ha stabilito che la provenienza da donazione di un immobile non può essere taciuta dal venditore, poiché rappresenta una circostanza influente sulla stabilità dell’acquisto.
Ma perché la provenienza da donazione è così importante? Innanzitutto, è importante sapere che la donazione è un atto gratuito con il quale il donante trasferisce un bene a titolo di liberalità al donatario. Tuttavia, la donazione può essere annullata o ridotta se viene lesa la quota di legittima degli eredi del donante. In altre parole, se il donante ha dei figli, questi hanno diritto ad una parte del suo patrimonio (la cosiddetta legittima), che non può essere pregiudicata dalla donazione. Se la donazione lesiona la quota di legittima, gli eredi possono agire in giudizio per ottenere l’annullamento o la riduzione dell’atto.
E cosa accade se un acquirente acquista un immobile che è stato oggetto di una donazione lesiva e il venditore non ne fa menzione? In questo caso, l’acquirente potrebbe trovarsi ad affrontare una azione di restituzione nei confronti degli eredi del donante. Infatti, se l’acquirente ha acquistato l’immobile di buona fede, ha diritto a mantenerne la proprietà. Tuttavia, se gli eredi agiscono in giudizio per ottenere l’annullamento o la riduzione della donazione lesiva, l’acquirente potrebbe perdere il bene e dover restituire il prezzo pagato.
Per evitare questo rischio, il venditore ha l’obbligo di informare l’acquirente sulla provenienza donativa dell’immobile. Se il venditore tace sulla provenienza donativa e l’acquirente stipula il contratto preliminare ignorando questo fatto, ha diritto di rifiutare la stipula del contratto definitivo. Inoltre, se l’acquirente ha già stipulato il contratto definitivo e successivamente scopre la provenienza donativa, può agire in giudizio per ottenere la risoluzione del contratto e il risarcimento dei danni subiti.
In conclusione, la provenienza da donazione di un immobile rappresenta una circostanza influente sulla stabilità dell’acquisto e non può essere taciuta dal venditore. L’acquirente ha diritto di essere informato su ogni aspetto del bene che sta acquistando e,se viene nascosto il fatto che l’immobile è stato oggetto di una donazione lesiva, ha diritto di rifiutare la stipula del contratto definitivo. Inoltre, se l’acquirente scopre successivamente la provenienza donativa, può agire in giudizio per ottenere la risoluzione del contratto e il risarcimento dei danni subiti.
Per questo motivo, è sempre consigliabile rivolgersi ad un professionista esperto del settore immobiliare, come un avvocato immobiliarista, che possa fornire un’adeguata consulenza sulla regolarità della provenienza dell’immobile e sulle possibili azioni di riduzione o di restituzione che possono insorgere. Solo attraverso una valutazione approfondita della situazione si può evitare di incorrere in spiacevoli sorprese o in costosi contenziosi legali.
Ricordiamo che, oltre alla provenienza donativa, ci sono altri aspetti importanti da valutare prima di procedere all’acquisto di un immobile, come la verifica della regolarità urbanistica, la presenza di eventuali ipoteche o vincoli, e la conformità catastale. Affidarsi ad un avvocato immobiliarista esperto può aiutare ad evitare problemi e garantire un’esperienza di acquisto serena e sicura.
In sintesi, la trasparenza nella vendita di un immobile è fondamentale per tutelare gli interessi sia del venditore che dell’acquirente. La conoscenza della provenienza donativa e dei potenziali rischi ad essa associati è essenziale per procedere con un acquisto consapevole e sicuro. Affidarsi ad un avvocato immobiliarista esperto è il modo migliore per proteggere i propri interessi e garantire un’esperienza di acquisto positiva e senza sorprese.